perché il semplice saperlo è un seme; se il terreno è pronto una verità che lo incontra vi si annida e inizia a germogliare

Nel nome del Signore, Dio d’Israel, sia Michael alla mia destra, Gabriel alla mia sinistra, dinanzi a me Uriel, dietro a me Raphael.

E sopra la mia testa la divina presenza di Dio. (preghiera ebraica)

domenica 31 luglio 2011

Haaiah, angelo 26, dei nati fra il 28 luglio e il 1° agosto

Haaiah, o Ha’a’iyah, è il 26esimo Soffio e il secondo raggio angelico nel Coro degli Angeli Dominazioni, nel quale amministra le energie di Marte. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dal 5° al 10° del Leone ed è l'Angelo Custode dei nati dall’8 luglio al 1° agosto. 
I sei Angeli Custodi del Leone sono potenze solari che, collettivamente, suscitano nei loro nati un sentimento acuto del potere legale, grande fierezza e amabilità.
Il nome di Haaiah significa “Dio che illumina”
Il dono dispensato da Haaiah è la FINEZZA, e il TALENTO POLITICO.  
Questo Angelo (da non confondere con il cherubino Hahaiah), è l’energia che rende i giudici bendisposti verso la nostra causa e ci fa vincere il processo. Un’affermazione da interpretare in senso filosofico: tutti noi, che abbiamo cause da difendere e ambizioni da realizzare, possiamo guardare a quest'Angelo come motore delle nostre aspirazioni, l’energia che ci aiuterà a sostenerle e realizzarle. I nati di Haaiah, se ispirati da lui, sono giusti e retti, capaci di agire positivamente nei Palazzi di Giustizia, in campo sociale e politico e ovunque si richieda l'affermazione di Giustizia e Verità; agiranno in modo corretto, rispettando i principi sociali e morali, e con il suo aiuto potranno riuscire ad esteriorizzare questa forza. Haahiah infonde il senso del giusto e il desiderio di edificare: di conseguenza i suoi nati tenderanno ad operare nel mondo della politica, esercitando la propria influenza nella diplomazia e nell’elaborazione di trattati e convenzioni; e potranno avere particolare potere di realizzare, e organizzare a propria discrezione, in assoluta libertà, lo spazio sociale entro cui si svolgerà la loro esistenza. La persona potrà guadagnare denaro e servirsene per migliorare la vita sociale e personale. Produrrà ricchezza affermandosi con facilità nell'ambito delle imprese che controllano il suolo e i terreni edificabili, e potrà costruire immobili aventi lo scopo di diffondere pace e benessere, come istituzioni benefiche, filantropiche, sanitarie, ospedaliere, didattiche, culturali. Dice Haziel che Haaiah fa sì che “l'esecutivo superi il potere legislativo”: è la legge del più forte, del più intelligente. Ma attenzione! L’influenza del suo angelo contrario può far scivolare nella direzione esattamente opposta a quella indicata dall’angelo, e - anziché operare con equilibrio per la giustizia- condurre a un uso spregiudicato del potere. Questo è anche l'Angelo della Fortuna: una fortuna non cieca ma donata come risultato di un lungo travaglio, l'esito di una lunga elaborazione. 
Haaiah secondo Sibaldi
La radice del Nome esprime il concetto “la mia anima cerca le grandi imprese”.
Dice Sibaldi che “Cime tempestose”, il titolo dell’appassionato romanzo dell’Ha’ a’iyah Emily Brontë , sembra proprio un’allusione alle due aleph di questo Nome, che raffigurano un’enorme e inquieta potenzialità: un eccesso d’amore – di eros soprattutto – e di vigore, un’incontenibile voglia di dare inizio a grandi cose, di allargare il mondo. Quanto dovette soffrire Emily, che trascorse invece la sua breve vita nella casa paterna, con due sorelle a formare tutto il suo pubblico! Gli Ha’a’iyah sono nati per la folla. Lottatori, e conquistatori di masse, aspettano, come un altro aspetterebbe un taxi, di poter cogliere al volo una di quelle correnti ascensionali che trascinano gli individui in alto, verso la popolarità, e che in qualsiasi città del mondo sono molto più numerose di quel che si potrebbe immaginare: gli Ha’a’iyah sanno riconoscerle, imbrigliarle, e poi non mollarle mai, fino alla fine, senza che nessuna vetta faccia loro girar la testa. Come non esserne affascinati, mentre salgono così? Sono genî della comunicazione. Spesso imponenti nella figura, si sbracciano su una tribuna: come l’Ha’a’iyah Mussolini (l’unico statista che sia mai riuscito a parlare in versi a maree di gente che non si accorgeva di restare ipnotizzata dalla metrica), o su un palcoscenico: come l’Ha’a’iyah Schwarzenegger, divo e governatore. Aggressivi quanto basta, ma abilissimi nel giustificare la propria aggressività come indignata ribellione a qualche ingiustizia. Esemplare, a questo proposito, una battuta di Schwarzenegger nel film True Lies, che alla domanda se ha ucciso qualcuno risponde: «Sì, ma erano tutti cattivi»; o la disinvoltura con cui Mussolini, ex socialista, riuscì a far passare il colpo di Stato fascista per “rivoluzione popolare”. E non è che siano, in ciò, del tutto insiceri: le ingiustizie commesse da altri scatenano davvero la loro collera; ma la collera, per loro, può diventare rapidamente un pretesto per adoperare in grande stile la loro arma prediletta: l’intuito del politico ambizioso, che cerca situazioni di crisi per utilizzarle a proprio vantaggio, per ergersi a difensore, e plagiare coloro che difende, mentre li entusiasma con la sua maestria nel prevedere le mosse e le macchinazioni dell’avversario e nel preparare contromosse che lo spiazzino. A ciò si aggiunge l’altra sorprendente dote politica degli Ha’a’iyah: la capacità di inventare ideali che galvanizzino molti, e di costruire su quegli ideali regole rigorose e interi codici morali, per usarli poi, spesso, come il pifferaio di Hamelin usava il suo piffero – o come il capitano Ahab usò il suo odio per Moby Dick, nel romanzo dell’Ha’a’iyah Hermann Melville. Il guaio è che allora il loro senso di giustizia può ingigantirsi fino a diventare una specie di delirio paranoico, terribilmente convincente finché c’è un fervido Ha’a’iyah a proclamarlo, e strano, assurdo, a ripensarci dopo, quando l’Ha’a’iyah non c’è più. La moderazione è dunque il loro migliore alleato. Basterebbe un po’ di senso della misura per rendere veramente fruttuose tutte le loro qualità, soprattutto quell’innata conoscenza della psicologia di massa che le sostiene tutte quante. Gli Ha’a’iyah sono, inoltre, grandi organizzatori, lavoratori indefessi, pragmatici, abili nelle questioni finanziarie- e, se non si lasciano prendere troppo la mano dalla voglia di dominare, possono diventare l’anima di qualsiasi ufficio, o i costruttori del successo di qualsiasi azienda commerciale o produttiva. Come avvenne nel caso di Henry Ford che, tra l’altro, obbedì pienamente al suo Angelo inventando l’utilitaria, l’auto di massa. Quando hanno abbastanza pazienza per dedicarsi accuratamente allo studio, la loro mente, vasta davvero, può farne dei teorici di tutto rispetto, bravissimi anche a imporre le loro idee, come sir Karl Popper, filosofo della scienza e della sociologia: molto ha’aiano fin nel titolo è il suo testo più celebre, La società aperta e i suoi nemici, del 1945.
Se invece esagerano, non solo rischiano di apparire ridicoli e patetici, ma incorrono facilmente in quello che si rivela poi un errore per loro fatale: il tentare raggiri. Se appena si permettono qualche disonestà, è come se il loro stesso senso di giustizia si rivoltasse contro di loro e facesse in modo che li si scopra e li si punisca con durezza. Finché denunciano malefatte altrui, possono far innamorare la gente: ma se cominciano a ingannare, tradire, truffare, diventano d’un tratto la parodia di se stessi, chiacchieroni ammorbanti, insopportabili, e tutti li abbandonano. Tristissimo, allora, può essere lo spettacolo di un Ha’a’iyah rimasto solo che, sgomento, sospetta cospirazioni inesistenti, o immagina invano riscosse e vendette contro non si sa bene chi, mentre il senso di colpa lo corrode. Quelli che invece rispetteranno scrupolosamente le regole del gioco duro che gli è proprio - essere eroi e mai bugiardi (nemmeno nella vita privata!) questi sì, potranno aspirare a una vera grandezza.  
Qualità di Haaiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Haaiah dona grande forza interiore; attrazione per le cose divine; finezza e diplomazia, fraternità universale, giustizia, prudenza, ricettività, pacifismo, benevolenza, incorruttibilità: dunque propensione per la giustizia e la legge e per le attività diplomatiche. Haaiah concede riuscita in politica, diplomazia, magistratura, nonché nell'ambito delle attività di polizia e dello spionaggio.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Diralisen e rappresenta le prove e le difficoltà; le strade tortuose difficili. Ispira la cospirazione e il tradimento, paranoia, caos distruttivo, autoritarismo.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Haaiah si chiama "ordine dal caos". La tendenza delle cose ad andare “male” (secondo la ben nota legge di Murphy) si manifesta quando l’armonia fra le molteplici dimensioni dell’esistenza si spezza a causa di comportamenti ed emozioni sbagliate che si riverberano anche su chi non ne è responsabile.
Meditazione
Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per l'energia di questo Nome l’ordine emerge dal caos che sembra prevalere sull’armonia. Si ripristinano l’equilibrio e la serenità fra i sette giorni della settimana. Le cose che possono andare bene andranno benissimo, il bene troverà la sua strada senza ostacoli.
Esortazione angelica
Haaiah esorta a produrre benessere e ricchezza non solo per sé ma nell’interesse di tutti; a mettere il proprio carisma al servizio della giustizia e non della sete di potere.  
Giorni e orari di Haaiah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Haaiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 2 febbraio, 15 aprile, 29 giugno, 12 settembre, 23 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.8.20 alle 8.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Haaiah è il 145° versetto del Salmo 118: Clamavi in toto corde meo, exaudi me, Domine; iustificationes tuas servano (Ti ho invocato con tutto il cuore, Signore, rispondimi; osserverò i tuoi precetti).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; il che ci dà ulteriori spunti sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la
he-aleph-aleph risponde alla configurazione: 
"il Papa – il Bagatto – il Bagatto"
da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede il Papa (il mediatore, il ponte, l’ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale? Chiede per ben due volte il Bagatto (o Mago - l'inizio, la scelta): che cosa sto cominciando a fare? che cosa sto scegliendo? come posso canalizzare la mia energia?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 28 luglio e il 1° agosto. L'angelo Haaiah appartiene al Coro degli Angeli Dominazioni guidato dal benevolo Arcangelo Hesediel. Il segno del Leone è sotto l’insegna dell’Arcangelo Raffaele mentre la decade che qui interessa (quella dal 23 luglio al 1° agosto) è sotto l'influsso del severo Arcangelo Camael. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Haaiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Giuseppe Montana, poliziotto; Rocco Chinnici, magistrato; Giuseppe Santostefano, sindacalista.

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